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venerdì 25 gennaio 2008

Governo caduto. Insuccesso del sistema proporzionale. Si va verso una nuova Italia?

NO la risposta è sicuramente no.....i problemi non saranno risolti. Potrà cambiare pure l'amministrazione ma i problemi non saranno risolti anzi peggio forse saranno occultati. chissà....

Ma perchè questo? Perchè pronuncio queste parole con assoluta certezza? Perchè, signori, la nostra legge elettorale è una porcata antidemocratica! se non sarà cambiata chiunque salirà al potere lo farà con una maggioranza risicata creando una situazione di completa instabilità. Non faccio accuse suelle capacità dei prossimi probabili politici ne elogio meriti. Mi fermo solo a fare informazione, per chi ancora non lo conosce, sul nostro sistema elettorale.

Con il sistema proporzionale ogni partito ottiene tanti deputati o senatori a seconda della percentuale ricevuta alle urne. Con qualche differenza tra Camera e Senato e tenendo conto sia del premio di maggioranza che degli sbarramenti inseriti dalla nuova legge elettorale approvata il 21 dicembre 2005.
Cito

Quante sono le circoscrizioni elettorali?
Per l’elezione della Camera, l’Italia è stata divisa in 27 circoscrizioni elettorali. Per il Senato ci sono 20 circoscrizioni. Sia alla Camera che al Senato va aggiunta la circoscrizione «estero», a sua volta divisa in quattro ripartizioni.

Come sono divise le circoscrizioni elettorali?
Per quanto riguarda la Camera: Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia hanno due circoscrizioni elettorali. La Lombardia ne ha tre. Le restanti 14 regioni hanno una circoscrizione elettorale ciascuna. Il totale fa 27. Per quanto riguarda il Senato, invece, ogni regione rappresenta una circoscrizione.

Quanti seggi ha ogni circoscrizione elettorale?
I seggi spettanti a ogni circoscrizione variano in rapporto alla popolazione. Per esempio per la Camera si va da un solo seggio nella circoscrizione della Valle d’Aosta ai 44 seggi della Puglia, ai 43 di Emilia-Romagna e della circoscrizione di Lombardia 2. Nel Senato si passa da un solo senatore della Valle d’Aosta ai 47 della Lombardia.

Come vengono assegnati i seggi?
C’è una differenza sostanziale tra Camera e Senato e inoltre occorre tenere conto del premio di maggioranza e degli sbarramenti.

Cos’è il premio di maggioranza?
La nuova legge elettorale, per assicurare la governabilità e una maggioranza sicura in Parlamento, assegna un premio di maggioranza. Alla coalizione che ha ottenuto il maggior numero di voti vengono assegnati 340 seggi alla Camera dei deputati, anche se in realtà dalle urne ne risulterebbero di meno. Se invece già dalle urne ottiene un numero di seggi superiore a 340 (per esempio 352), alla coalizione vincente vengono assegnati quelli effettivamente ottenuti.

La coalizione perdente quindi quanti seggi ottiene alla Camera?
Se alla coalizione vincente vengono assegnati 340 seggi, a quelle perdenti sono assegnati in tutto 277 seggi. A questa distribuzione sono esclusi i dodici seggi della circoscrizione «estero» e il seggio della Valle d’Aosta, che vanno aggiunti alle rispettive coalizioni secondo l’appartenenza dei deputati eletti.

Perché sono esclusi dal conto del premio di maggioranza i deputati «esteri» e quello della Valle d’Aosta?
Il deputato della Valle d’Aosta, essendo uno solo nella circoscrizione, in pratica viene eletto con il vecchio sistema proporzionale. Ossia, il candidato che prende più voti vince il seggio. Per i deputati esteri c’erano vincoli costituzionali precedenti che la nuova legge elettorale ha dovuto rispettare.

Cosa sono gli «sbarramenti»?
La nuova legge elettorale ha introdotto tre sbarramenti. Per partecipare all’assegnazione dei seggi, ogni coalizione deve ottenere almeno il 10% dei voti validi su scala nazionale e deve includere almeno un partito che ha ottenuto almeno il 2% su scala nazionale oppure una lista di minoranze linguistiche che ha ottenuto almeno il 20% nelle regioni a statuto speciale in cui tali minoranze sono tutelate. Se un partito si presenta da solo senza far parte di una coalizione, per partecipare all’assegnazione dei seggi deve ottenere almeno il 4% su scala nazionale, o se si tratta di una minoranza linguistica deve ottenere almeno il 20% nella regioni a statuto speciale in cui la minoranza è tutelata.

Come sono assegnati i seggi al Senato?
Dati i vincoli costituzionali precedenti all’approvazione della nuova legge elettorale, il computo del premio di maggioranza non avviene su base nazionale, ma su base regionale con alcune eccezioni in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise.
- Per la Valle d’Aosta vale il discorso della Camera: si elegge un solo senatore, quindi chi ottiene più voti si accaparra l’unico seggio, senza premi di maggioranza.
- Al Molise spettano due soli senatori che saranno eletti con il proporzionale, ma senza premi di maggioranza dato che sono solo due.
- Il Trentino-Alto Adige mantiene il vecchio sistema: ossia sei senatori eletti con il maggioritario sulla base dei vecchi collegi uninominali, più un settimo senatore eletto in base al recupero regionale dei voti non utilizzati (in pratica al resto più alto dei partiti che partecipano alle elezioni).

Come viene assegnato il premio di maggioranza al Senato?
Escluse Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise, in ognuna delle restanti 17 regioni alla coalizione che ha ottenuto più voti viene assegnato il 55% dei senatori spettanti a quella regione (arrotondato al numero superiore). Alle coalizioni perdenti viene assegnato il 45% dei senatori.

Ci sono «sbarramenti» anche per il Senato?
Per partecipare all’assegnazione dei seggi in ogni singola regione, le coalizioni devono ottenere almeno il 20% dei voti validi in quella regione e devono contenere almeno un partito che abbia ottenuto almeno il 3% dei voti sempre nella regione in esame. Se un partito si presenta da solo in una regione senza far parte di una coalizione, per partecipare all’assegnazione dei seggi di quella regione deve ottenere almeno l’8% nella regione in esame.
corriere della sera 17 aprile 2006

questo sistema non funziona e avuto la prova in questi due anni. I cittadini hanno raccolto le firme per cambiare tale sistema.....vedremo se saranno ascoltati.....ma sono scettico...ormai la volontà popolare conta poco in Italia....Ma prima o poi qualcuno si incazza...eccome...solo questione di tempo....

4 commenti:

D ha detto...

Secondo me, comunque, in una democrazia è importante che le minoranze vengano rispettate e che si abbiano possibilità di scegliere più alternative senza chiudersi in un "o questo o quello", come è accaduto negli ultimi anni.

Se fanno schifo tutti e due? Devi accontentarti del meno peggio...già ma qual è?

Anche perché poi questo sistema crea alleanze forzate, battibecchi, annunci di crisi di governo (avvenute anche con la precedente gestione), ricatti etc.

Ciao

Anonimo ha detto...

Purtroppo l'Italia non cambia fino che continuiamo con questa cultura politica.

Ci vuole serietà, e questa manca.

Anonimo ha detto...

La legge elettorale va cambiata solo che tremo all'idea che a farla siano questi politici e non invece i tagli sani che farebbero i Referendum.

Poi, fatta la legge elettorale,il problema più grosso sono le persone. Perchè se tutti i politici sono come questi le cose andranno sempre peggio a prescindere dall'avere una buona legge elettorale.

Antonio La Trippa ha detto...

credo che nella politica attuale il problema maggiore sia nel fatto che la rappresentatività del volere popolare sia pressochè inesistente.Se questo non ha rimedio non si va avanti