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giovedì 27 dicembre 2007

Recensione di Inland Empire: fra caos sogno ed eccesso continuo

Eccoci di nuovo con la rubrica cinema.....Oggi parliamo di Inland Empire un film di David Lynch....

"....automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale...." Breton 1924 Manifesto del surrealismo.


Parole che definiscono bene l'ultimo, spettacolare, onirico, turbolento, lavoro di David Lynch.
INLAND EMPIRE è poesia e allucinazione, paura e tranquillità, sesso e sangue, distruzione della narrazione, anarchia pura dalla realtà e applicazione severa delle leggi dell'interiorità.
Guardando lo schermo si passano quasi tre ore nel continuo susseguirsi di pensieri, fatti, intrecci di storie e persone. Nulla è chiaro e tutto è chiaro. C'è una donna Nikki (in foto) che diventa Sue/Lost Girl/Spettatrice nel pieno tormento dell'uno nessuno centomila. Ci sono luoghi il set/i set/, l’interno/gli interni, Hollywood/Lodz che si alternano, sfondo di allucinazioni o di pensieri. La disgregazione dell'identità e dell'ubicazione geografica segue tortuosi percorsi (mentali?) e non si arresta nemmeno per un attimo.
Lynch mette in scena le illusioni, i moti delle sinapsi, i continui stravolgimenti di una mente e più menti: il dominio sulla realtà di leggi diverse, le uniche giuste, scritte da noi.

L'impero della mente è il luogo interiore all'interno di ognuno di noi dove nessuno può entrare (talvolta nemmeno noi) dove solo la nostra essenza muta ed è in vigore, dove siamo noi a vivere e contare prima di tutto e ad imporre al circostante di essere.
Non cè il senso del tempo, non un momento di continuità, la realtà non può entrare! Qui cè solo l'eternità del pensiero. Non cè nulla da comprendere, nessuno sforzo da fare. Dobbiamo abbandonarci e basta al flusso, solo così possiamo scendere saltare dalla realtà al nuovo regno.

Tutto questo è possibile grazie ad una sola persona: Laura Dern.L'attrice più "surreale" che esista. Ogni sua inquadratura parla come un quadro astratto. Davvero superlativa. Lei è il "di più" che ci permette di addentrarci e annegare nella mente in pieno flusso emozionale. Colei che ci dona lo sguardo del chaos filtrandolo e rendendolo alla nostra portata tramite un volto che è solo turbine di identità in azione.
Ci abbandoniamo dunque senza chiedere nulla, spalancando le porte dell'inesprimibile (nel nostro mondo ma in realtà chiarissimo nella surrealtà) e pattiniamo su flussi di coscienza interminabili, godendo di attimi di pace e sussultando tavolta nel terrore. Non aspettiamo l'attesa di una storia ma godiamo del lusso di vivere prima di essa. Nutriamoci di ogni incrocio di senso che si produce nella danza di emozioni e situazioni fuse come una chimera e rinate sotto sembianze nuove, sperimentali e ignote.
In questo Lynch rinnovato (tra l'altro in questo film ha abbandonato la pellicola per il digitale continuo garantendo parti con colori sbiaditi o sgranature eccessive ma perfette nel contesto della narrazione) troviamo eccessi di ogni tipo, esasperazioni di situazioni stravolgimenti di ciò che è o che sembrerebbe essere. Distruzione di ogni punto di riferimento cartesiano, concretizzazione di ciò che è relativo. Il tempo in primis "..Se oggi fosse domani...." i luoghi narrativi (i diversi set e il film remake da girare all'intern del film) e i personaggi (un singolo individuo può rappresentare tranquillamente persone diverse ad esempio nikki attrice, prostituta etc etc) elementi base per ogni racconto che si rispetti non esistono o meglio, esistono così tanto da essere sublimati all'interno del flusso di mente e rielaborati da essa.
Lynch ha prodotto un opera davvero superiore, un lavoro che offre spunti continui di riflessione di ogni genere.
La lezione è che le relatà non sempre esiste, sicuramente non esiste mai da sola, la potenza della mente la modifica in ogni istante (o forse addirittura si può dire che sia la mente a creare il reale.)

Bisogna abbandonarsi al flusso e lasciarsi immergere fino ad annegare per potere riemergere nel mondo eterno del pensiero. Non chiedere spiegazioni.Ciò che è paura e inquietudine è anche pace e armonia.
A film finito resta molto, o molto poco: armonia, estasi, turbamento, paura, ansia, sorrisi, amore, pianto, sesso, follia. Colori.Nessuna verità. Nessuna finzione.

Questo è il trailer di Inland Empire:

Quest'altro invece mostra una serie di immagini tratte dal film.



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3 commenti:

BLOG NEWS ha detto...

Hola sono già registrato ad oknotizie ma dove trovo l'html?

Antonio La Trippa ha detto...

Come faccio a dartelo?non posso postare tag nei commenti...

Anonimo ha detto...

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